mercoledì 25 marzo 2015

Alla mercé del cielo

Ora devo descrivere l'Eclissi. Abbiamo visto i raggi filtrare dal fondo delle nubi. Poi per un momento abbiamo visto il sole avanzare - sembrava veleggiasse a gran velocità, nitido in uno squarcio; abbiamo tirato fuori gli occhiali da sole; lo abbiamo visto crescere, rosso fuoco; un attimo dopo si era di nuovo nascosto dietro una nuvola; si vedevano soltanto i raggi provenienti da lì; poi soltanto una foschia dorata, come si può vedere spesso. Passavano i minuti. Abbiamo pensato di aver mancato l'eclissi; guardavamo le pecore, che non mostravano alcun timore; i setter correvano in cerchio; tutti erano in piedi in lunghe file, dignitosamente, e guardavano in su. Ho pensato che fossimo simili a popoli antichissimi, al nascere del mondo - druidi di Stonehenge (quest'idea si è fatta più intensa alla prima pallida luce). Dietro di noi c'erano grandi spazi azzurri senza nuvole, ancora azzurri. Ma ora i colori si facevano sbiaditi. Le nuvole impallidivano; un colore nero rossastro. Giù nella valle una straordinaria miscela di rosso e di nero; e ardeva quell'unica luce; laggiù erano tutte nuvole; bellissime, dalle sfumature delicate. Non traspariva niente dalla nuvola. I ventiquattro secondi stavano passando. Poi guardando di nuovo l'azzurro, rapidamente, molto velocemente, tutti i colori si sono fatti smorti; si è fatto sempre più buio, come all'inizio di un violento temporale; la luce precipitava; continuavamo a dire: Ecco l'ombra; e abbiamo pensato: Ora è finito - questa è l'ombra quando improvvisamente la luce si è spenta. Eravamo caduti. Tutto era spento. Non c'era nessun colore. La terra era morta. Quello è stato il momento straordinario; e il successivo quando, come se una palla rimbalzasse, la nuvola ha ripreso il suo colore, soltanto era un colore scintillante, aereo. Ho avuto la sensazione fortissima, mentre la luce si spegneva, di una vasta obbedienza, di qualcosa che si inginocchiasse e poi si rialzasse improvvisamente, al ritorno dei colori. Sono ritornati con prodigiosa leggerezza, rapidità e bellezza nella valle e sulle colline - dapprima con un miracoloso luccichio, più tardi quasi normalmente, ma con una nostra grande sensazione di sollievo. È stata come una guarigione.

Come posso esprimere quel buio? È stata un'immersione improvvisa, inattesa: un essere alla mercé del cielo...


(Virginia Woolf - Giovedì 30 Giugno 1927)

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