sabato 19 aprile 2014

In riva alla vita

Ritorno per la strada consueta,
alla solita ora,
sotto un cielo invernale senza rondini,
un cielo d’oro ancora senza stelle.
Grava sopra le palpebre l’ombra
come una lunga mano velata
e i passi in lento abbandono s’attardano,
tanto nota è la via
e deserta
e silente.
Scattano due bambini
da un buio andito
agitando le braccia:
l’ombra sobbalza
striata da un tremulo volo
di chiare stelle filanti.
Gridano le campane,
gridano tutte
per improvviso risveglio,
gridano per arcana meraviglia,
come a un annuncio divino:
l’anima si spalanca
con le pupille
in un balzo di vita.
Sostano i bimbi
con le mani unite
ed io sosto
per non calpestare
le pallide stelle filanti
abbandonate in mezzo alla via.
Sostano i bimbi cantando
con la gracile voce
il canto alto delle campane: ed io sosto
pensandomi ferma stasera
in riva alla vita
come un cespo di giunchi
che tremi
presso un’acqua in cammino.


(Antonia Pozzi)

1 commento:

  1. Non c'è felicità per chi non viaggia, Rohita!
    A forza di stare nella società degli uomini,
    anche il migliore di loro si perde.
    Mettiti in viaggio
    i piedi del viandante diventano fiori,
    la sua anima cresce e dà frutti
    e i suoi vizi son lavati via dalla fatica del viaggiare.
    La sorte di chi sta fermo non si muove,
    dorme quando quello è nel sonno
    e si alza quando quello si desta.
    Allora vai, viaggia, Rohita!

    tratto dal Brahmana

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