sabato 31 marzo 2012

Gli occhi

Gli occhi sono i tuoi talismani
 occhi chiari come il cielo
 profondi quanto l’oceano
 vasti e illusori alla par di un deserto
 occhi che danno un senso all’etereo regno della bellezza
 occhi percorsi da nubi lampeggianti
 occhi da cui distogli lo sguardo in ricerca di un neo,
 un chicco di splendore,
 occhi vicini e tondi,
 a mandorla, allungati,
 infossati nelle orbite dall’aver troppo guardato
 occhi che si curvano, pigri, lentamente
 sul deporsi sottile della palpebra
 come uno stormo di bianchissimi uccelli
 che sorvola i laghi del nord.
 Altri occhi emanano raggi di verde fiammata,
 attraggono come uncini il cuore che gli guarda
 e ci sono poi altri,
 ed altri ancora…

Occhi sensibili, pensierosi
 occhi lieti
 occhi che cantano
 che scintillano al ritmo dell’odio e dell’ira
 che conformano voragini ed arcani!

Gli occhi e i loro segreti.
 Occhi che celano pensieri,
 o che li svelano.
 Occhi gravati dal velo del torpore
 dalle pupille dilatate dall’amore,
 o contratte dall’odio.
 Occhi che chiedono incessanti “chi sei”
 e tornano a chiederlo ad ogni tua risposta
 occhi che decidono in un lampo “tu sei mio schiavo”
 o che implorano “ho bisogno di soffrire, chi saprà torturarmi?”
 occhi che dicono “voglio opprimere, dov’è la mia vittima?”
 occhi che sorridono e che supplicano
 occhi in cui risplende l’incanto della preghiera e l’estasi dell’implorante
 occhi che indagano nei tuoi segreti e dicono “non mi riconosci?”
 occhi che alternano domande e seduzioni,
 dinieghi e affermazioni.

Occhi, gli occhi,
 forse non ti impauriscono, gli occhi?

E tu, qual è il colore dei tuoi occhi,
 cosa esprimono,
 a che mondo visibile o invisibile si rivolgono?
 Vai allo specchio
 osserva i tuoi talismani fatati,
 li avevi mai studiati prima d’ora?
 Osservali in fondo al loro abisso,
 troverai la voglia di sapere,
 quella che spia il movimento del creato,
 che degli astri insegue eterno moto
 nel suo abisso profondo scorgerai
 ogni luogo, ogni viso, ogni singola cosa…

E se vorrai conoscere me,
 l’ignoto,
 scruta le tue pupille,
 il tuo sguardo mi troverà in se stesso,
 tuo malgrado.


(May Ziadeh; Nazareth)

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