sabato 24 settembre 2011

10/11 settembre 1931

Lo svegliarsi di una città, che avvenga con la nebbia o altrimenti, per me è sempre più commovente dello spuntare del giorno in campagna. Ci sono molte più cose che tornano alla vita, ci sono molte più cose da aspettarsi quando il sole, invece di limitarsi a indorare (prima di luce oscura, poi di luce umida, infine di oro luminoso) i prati, le sporgenze degli arbusti, le palme delle mani delle foglie, moltiplica i suoi possibili effetti sulle finestre, sui muri, sui tetti (...).
Un'aurora in campagna mi fa stare bene; un'aurora in città mi fa stare bene e male, e perciò mi fa stare meglio. Sì, perché la maggiore speranza che mi arreca possiede, come tutte le speranze, il sapore lontano e nostalgico di non essere realtà. Un mattino in campagna esiste; un mattino in città promette; il primo fa vivere; il secondo fa pensare.
Ed io sentirò sempre, come i grandi maledetti, che è meglio pensare che vivere.


(Fernando Pessoa; "Il libro dell'inquietudine")

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