- 28 ottobre 1853
Negli ultimi due o tre anni il mio editore (così chiamato a sproposito) mi ha scritto di tanto in tanto per chiedermi cosa doveva farne delle copie invendute di "Una settimana sui fiumi Concord e Merrimack", finché non mi ha confessato che aveva bisogno di liberare un po' di spazio nel suo magazzino. Così me le sono fatte spedire tutte qui. Sono arrivate oggi per espresso: riempivano un intero carro: 706 copie di un'edizione da 1000, che ho cominciato a pagare a Monroe quattro anni fa e non ho ancora saldato. Quantomeno alla fine la merce mi è stata mandata e adesso ho l'opportunità di esaminare il mio acquisto. Queste copie sono qualcosa di molto più concreto della fama, lo può confermare la mia schiena, che le ha trasportate per due rampe di scale fino a un posto simile a quello da cui sono arrivate. Delle altre 294, 75 sono state date in omaggio, e soltanto le rimanenti sono state vendute. Così, adesso, mi ritrovo con una biblioteca di quasi novecento volumi, di cui settecento scritti da me. Ma non è forse giusto che l'autore possegga i frutti delle sue fatiche? I miei libri sono impilati contro una parete della mia stanza, per un metro circa d'altezza, la mia opera omnia. Ecco cosa significa essere un autore; quelle copie sono il prodotto del mio cervello. Un solo colpo di fortuna, in tutta questa faccenda: le copie non rilegate erano state incartate dallo stampatore quattro anni fa in semplici involti, sui quali aveva scritto:
H.D. Thoreau
Concord Fiume
50 copie.
Per cui Monroe ha dovuto soltanto tagliare "fiume", scrivere "Massachusetts" e consegnarle al corriere. E adesso posso vedere per cosa scrivo, il risultato del mio lavoro. Eppure, nonostante questo, seduto accanto alla massa inerte dei miei libri, anche stasera appunto pensieri ed esperienze con la stessa soddisfazione di sempre. Anzi, penso che questo risultato sia di gran lunga migliore e più stimolante dell'ipotesi d'aver venduto un migliaio di questi oggetti, perché in questo modo la mia vita rimane privata e io sono più libero.
(Henry David Thoreau; "Io cammino da solo")