domenica 26 giugno 2016

Rispondimi, oceano, vuoi essermi fratello?

La tua grandezza morale, immagine dell'infinito, è immensa come le riflessioni del filosofo, come l'amore della donna, come la bellezza divina dell'uccello, come le meditazioni del poeta. Tu sei più bello della notte. Rispondimi, oceano, vuoi essermi fratello? Muoviti impetuoso... di più... ancora di più, se vuoi che io ti paragoni alla vendetta di Dio; allunga i lividi artigli aprendoti un varco sul seno... bene, così. Svolgi le tue onde spaventose, orrido oceano, solo a me compreso; cado di fronte a te, prosternato alle tue ginocchia. La maestà dell'uomo è presa a prestito; non mi farà impressione: tu si. Oh, quando avanzi, con la cresta alta e terribile, circondato dalle tue tortuose sinuosità come da una corte, magnetico e selvaggio, facendo rotolare le tue onde una sull'altra, consapevole di ciò che sei, e intanto emetti dalle profondità del petto, come oppresso da un rimorso immenso che non riesco a scoprire, quel muggito sordo e perpetuo che gli uomini temono tanto, anche quando ti contemplano, al sicuro, tremanti sulla riva, allora vedo bene che non mi spetta il diritto insigne di dirmi eguale a te. Per questo, di fronte alla tua superiorità, io ti darei tutto il mio amore (e nessuno sa quanto amore contengano le mie aspirazioni al bello), se tu non mi facessi dolorosamente pensare ai miei simili, che formano con te il più ironico contrasto, l'antitesi più buffonesca che mai si sia vista nella creazione: non posso amarti, ti detesto. Ma perché allora ritorno a te, per la millesima volta, alle tue braccia amiche che si dischiudono a carezzarmi la fronte che scotta, che al loro contatto vede scomparire la febbre! Non conosco il tuo destino nascosto; tutto ciò che ti riguarda m'interessa. Dimmi dunque se sei la dimora del principe delle tenebre. Dimmelo... dimmelo, oceano (a me soltanto, per non rattristare chi ancora non ha conosciuto altro che le illusioni), dimmi se è il soffio di Satana a creare le tempeste che sollevano fino alle nubi le tue acque salate. Devi dirmelo, perché io mi rallegrerò di sapere l'inferno tanto vicino all'uomo.


(Conte di Lautréamont, "I canti di Maldoror")

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