martedì 25 novembre 2014

Le rane

Non più teorie: mi unisco al coro delle rane.
Voglio sentirle gracidare stanotte, circondandomi.
Nel loro alfabeto percepisco una sola vocale
e il gorgoglio dello stagno.

Il piano che ci hanno dato suona le medesime note
fin troppo ripetute. Basta. 
Forse è un angelo quell'ombra
che s'innalza all'entrata della mia caverna.
Non mi risulta.
Le tenebre di Dio mai lasciano vedere qualcosa chiaramente.
Il tempo può girare intorno,
dipende dalla pioggia, dal vento tra gli alberi.
Non più teorie: abbiamo già ascoltato lo spettro,
zittiamo il Principe Amleto.
Per oggi mi bastano le voci delle rane,
voglio sentirle gracidare stanotte più vicine
lasciando che riempiano i miei sensi
con il loro taoismo solitario
fino a cancellare i misteri del mondo.
Con i loro cori mi abbandono all'estrema grazia.


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No más teorías: me sumo al coro de las ranas.
Quiero oírlas croar esta noche, rodeándome.
En su alfabeto percibo una sola vocal
y las burbujas del pantano.
El piano que nos dieron marca las mismas notas
ya demasiado repetidas. Basta.
Tal vez sea un ángel esa sombra
que se eleva a la puerta de mi caverna.
No me consta.
La oscuridad de Dios nunca deja ver nada claro.
El tiempo puede girar en redondo,
depende de la lluvia, del viento entre los árboles.
No más teorías: ya oímos al espectro,
acallemos al Príncipe Hamlet.
Por hoy me bastan las voces de las ranas,
quiero oírlas croar esta noche más cerca
dejando que me llenen los sentidos
con su taoísmo solitario
hasta que se borren los enigmas del mundo.
En sus coros me entrego a la máxima gracia.

(Eugenio Montejo)

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