giovedì 28 luglio 2011

Stanco d'Amore

Nei rami s'addormenta cullando
il vento stanco. La mia mano
lascia un fiore rosso sangue
morire lacerato sotto un sole rovente.

Ho già visto fiorire e morire
molti fiori;
vengono e vanno gioie e dolori,
e custodirli nessuno può.

Anch'io ho sparso
nella vita il mio sangue;
non so però, se mi dispiace,
so solo, che sono stanco.


(Hermann Hesse)

lunedì 25 luglio 2011

Invece di una lettera

Il fumo del tabacco ha roso l'aria.
La stanza è un capitolo dell'inferno di Kruchenych.
Ricordi?
Accanto a questa finestra
per la prima volta
accarezzai freneticamente le tue mani.
Oggi, ecco, sei seduta,
il cuore rivestito di ferro.
Ancora un giorno,
e mi scaccerai,
forse maledicendomi.
Nella buia anticamera, la mano, rotta dal tremito,
a lungo non saprà infilarsi nella manica.
Poi uscirò di corsa,
e lancerò il mio corpo per la strada.
Fuggito da tutti,
folle diventerò,
consunto dalla disperazione.
Ma non è necessario tutto questo;
cara,
dolce,
diciamoci adesso addio.
Il mio amore,
peso così schiacciante ancora,
ti grava sopra
lo stesso,
dovunque tu fugga.
Lasciami sfogare in un ultimo grido
l'amarezza degli offesi lamenti.
Se lo sfiancano di lavoro, un bue,
se ne va
ad adagiarsi sulle fredde acque.
Ma, al di fuori del tuo amore,
per me
non c'è mare,
e dal tuo amore neanche col pianto puoi impetrare tregua.
Se l'elefante sfinito cerca pace,
si stende regalmente sulla sabbia arroventata.
Ma, al di fuori del tuo amore,
per me
non c'è sole,
e io non so neppure dove sei e con chi.
Se così tu avessi ridotto un poeta,
lui
avrebbe lasciato la sua amata per la gloria e il denaro
ma per me
non un solo
suono è di festa
oltre a quello del tuo amato nome.
Non mi butterò nella tromba delle scale,
non ingoierò veleno,
non saprò premere il grilletto contro la tempia.
Su di me,
al di fuori del tuo sguardo,
non ha potere la lama di nessun coltello.
Domani dimenticherai
che ti ho incoronato,
che l'anima in fiore ho incenerito con l'amore,
e lo scatenato carnevale dei giorni irrequieti
scompiglierà le pagine dei miei libri...
Potranno mai le foglie secche delle mie parole
trattenerti un momento
per respirare avidamente?
Ma lascia almeno
ch'io lastrichi con un'ultima tenerezza
il tuo passo che s'allontana.


(Vladimir Majakovskij)

domenica 17 luglio 2011

E guardo i fiori e sorrido...

E guardo i fiori e sorrido...
Non so se essi mi capiscono
né se io capisco loro,
ma so che la verità è in essi e in me
e nella nostra comune divinità
di lasciarci andare e vivere sulla Terra
e di farci portare in braccio dalle stagioni contente
e di lasciare che il vento canti per addormentarci
e di non avere sogni nel nostro sonno.


(Fernando Pessoa)

Io sono verticale

Ma preferirei essere orizzontale.
Non sono un albero con radici nel suolo
Succhiante minerali e amore materno
Così da poter brillare di foglie a ogni marzo,
né sono la beltà di un’aiuola
ultradipinta che susciti gridi di meraviglia,
senza sapere che presto dovrò perdere i miei petali.
Confronto a me, un albero è immortale
E la cima d’un fiore, non alta, ma più clamorosa:
dell’uno la lunga vita, dell’altra mi manca l’audacia.

Stasera all’infinitesimo lume delle stelle,
alberi e fiori hanno sparso i loro freddi profumi.
Ci passo in mezzo, ma nessuno di loro ne fa caso.
A volte io penso che mentre dormo
forse assomiglio a loro nel modo più perfetto –
con i miei pensieri andati in nebbia.
Stare sdraiata è per me più naturale.
Allora il cielo e io siamo in aperto colloquio,
e sarò utile il giorno che resterò sdraiata per sempre:
finalmente gli alberi mi toccheranno, i fiori avranno tempo per me.


(Sylvia Plath)

venerdì 15 luglio 2011

Ultima

In fondo al cuore,
unica preghiera,
un'eco di passi
come di gatta:
l'orecchio suo trangugia suoni
il piede si leva alla corsa
lo sguardo riluce ovunque
dal suo volto scampo non v'è,
bella, un fiore
ma irta d'armi, e in fondo
non ha nulla a che fare con noi.


(Paul Klee)

mercoledì 13 luglio 2011

è vero

È vero, io tratto il mio cuore come un bambino ammalato, al quale tutto è concesso. Ma non lo dire a nessuno... c'è gente che non me lo perdonerebbe.


(Wolfgang Goethe; "I Dolori del giovane Werther")

lunedì 11 luglio 2011

Albero azzurro

Quando i tuoi occhi incontrano la mia solitudine
il silenzio diventa frutto
e il sonno tempesta
si socchiudono porte proibite
e l'acqua impara a soffrire.

Quando la mia solitudine incontra i tuoi occhi
il desiderio sale e si spande
a volte marea insolente
onda che corre senza fine
nettare che cola goccia a goccia
nettare più ardente che un tormento
inizio che non si compie mai.

Quando i tuoi occhi e la mia solitudine si incontrano
mi arrendo nuda come la pioggia
e nuda come un seno sognato
tenera come la vite che matura il sole
molteplice mi arrendo
finché nasca l'albero del tuo amore.
Tanto alto e ribelle
Tanto alto e tanto mio
Freccia che ritorna all'arco
Palma azzurra piantata nelle mie nuvole
Cielo crescente che niente fermerà.


(Joumana Haddad)

È difficile vivere

È difficile vivere
senza fede alcuna;
ogni giorno una notizia
d'un massacro. E negli incastri
quotidiani, scorgiamo il cupo
segno del destino.
Anche le guglie sembrano
tetti bassi, ma una nota
un guizzo inaspettato
tra i rampicanti, o un ignoto
battitore che rilancia la palla
e la partita ricomincia.
È la battaglia della
sopravvivenza.


(Eugenio Montale)